Vai al contenuto
Home » Mauro Marino, lo storico Direttore Artistico di Casa Sanremo

Mauro Marino, lo storico Direttore Artistico di Casa Sanremo

Da più di 25 anni nel mondo delle Radio, a partire da RTL 102.5, passando per RDS, Radio 101 e Radio KissKiss, Mauro Marino dal 2010 è una delle voci di Radio Italia, che, con il suo programma, ogni giorno intrattiene migliaia di ascoltatori. Ha intervistato praticamente tutti i cantanti italiani e non solo.

La sua esperienza però, non si limita a cuffie e microfono: nella sua lunga carriera, infatti, ci sono collaborazioni TV per Rai, Mediaset e TMC (ora La7), ma anche partecipazioni al musical “Grease” con Lorella Cuccarini e, nel 1996, un Telegatto. Ha animato i pre show negli del Vasco Live Kom, i concerti evento di Vasco Rossi negli stadi italiani, quelli dei Negramaro e tanti altri show dei grandi eventi ma ci tiene a dire che, prima di ogni cosa, è un DJ che, nel corso degli anni, è stato ospite nelle principali discoteche italiane.

Quando, nel 2008, Casa Sanremo ha aperto i battenti per la prima volta lui c’era e, in quest’intervista, ci racconta com’è nata quest’idea e come è stata sviluppata negli anni:

[su_accordion]
[su_spoiler title=”L’intervista a Mauro Marino” style=”fancy” open=”yes”]

[su_row][su_column size=”1/3″][/su_column] [su_column size=”2/3″]– Insieme a Vincenzo Russolillo, sei stato il fondatore di Casa Sanremo: come nasce quest’idea?

Io e Vincenzo ci siamo conosciuti tra il ’95 e il ’96, all’epoca in cui io facevo le serate in giro per locali e discoteche, poi nel 2006 ci siamo ritrovati a Miss Italia e vedendo la “Cantina di Miss Italia”, curata da Vincenzo, gli ho detto “sarebbe bello fare una cosa del genere a Sanremo, poiché non esiste niente di simile…”. Immediatamente, Vincenzo mi ha dato la sua disponibilità, io ne ho parlato con Pepi Morgia, che era il Direttore Artistico del Comune di Sanremo, e così si è creata la sinergia che ha dato vita a Casa Sanremo.

 

– E così, anno dopo anno, siete arrivati alla dodicesima edizione…

Nel corso degli anni Casa Sanremo si è ampliata, diventando un punto di riferimento per chi vive il Festival, per i giornalisti, i musicisti e gli artisti. A Casa Sanremo sono nate collaborazioni, show-case, jam sessions, molti si sono trovati lì per la prima volta e si sono messi a suonare insieme…

La nostra idea era proprio questa: creare un ambiente dove gli addetti ai lavori si potessero incontrare, al di fuori della solita Sala Stampa dove vanno tutti, un posto dove poter chiacchierare e, perché no, fare del business, e soprattutto un luogo dove poter vedere il Festival, poiché a Sanremo non esisteva.

 

– Quindi siete riusciti a concretizzare il progetto proprio come lo immaginavate?

Sì, la immaginavamo più o meno così. Certo, nel corso degli anni Casa Sanremo si è ingrandita, abbiamo poi fatto anche la mostra del Festival (che a Sanremo non c’era mai stata) anche se, in fondo, Sanremo è la città della musica e dovrebbe avere una mostra permanente al riguardo.

 

– Quale aspetto di Casa Sanremo preferisci?

Quando alla fine della manifestazione raccogliamo un risultato positivo: quando si può dire “è andato tutto bene”, “abbiamo lavorato bene”, quando si vede che la gente si è divertita, questa è la soddisfazione più grande.

Prima, con i preparativi, e poi durante il Festival, divertimento per noi ce n’è poco, perché siamo sempre all’erta, a vedere, a capire cosa succede, a rimediare alle imperfezioni.

C’è molto lavoro, molta stanchezza quando si finisce, però, poi, quando torniamo a casa soddisfatti e contenti, perché sponsor, visitatori e addetti ai lavori si sono trovati tutti bene, è una vittoria.

 

– Come si articola il tuo ruolo di Direttore Artistico di Casa Sanremo?

Più che direttore preferire definirmi “controllore”: ascolto e guardo tutto ciò che accade nella Casa, diciamo.

 

– Cosa rappresenta per te Casa Sanremo?

Per me è la realizzazione di un sogno, perché vivo il festival di Sanremo da quasi trent’anni e, quindi, è un risultato che ho raggiunto, grazie alle fatiche di Vincenzo e di tutta la sua grande squadra.

Ho avuto l’opportunità di fare qualcosa in più, di dare una mano ai giovani. Mi piace particolarmente il fatto che “le Nuove Proposte” del Festival, esibendosi a Casa Sanremo, possano far vedere/ascoltare agli addetti ai lavori quello che sanno fare realmente, al di là della canzone presentata sul palco dell’Ariston, avendo così una possibilità in più per arrivare al successo.

 

– Infatti, negli anni, abbiamo visto che Casa Sanremo ha portato fortuna ai giovani che, sul nostro palco, hanno fatto i loro show case…

Sì, è vero. Finora tutti quelli che sono venuti hanno vinto oppure si sono piazzati nelle primissime posizioni o, ancora, hanno avuto un grande successo dopo il Festival. Quindi sì, possiamo dire che Casa Sanremo porti bene.

 

– Hai un aneddoto particolare, di tutti questi anni, che puoi raccontarci?

Qualche anno fa, improvvisando una jam session all’interno di Casa Sanremo, abbiamo avuto Carlo Verdone che suonava la batteria, insieme a Federico Zampaglione, il trombettista Stefano Di Battista e il mitico chitarrista Phil Palmer. È stato un momento unico, veramente molto molto bello.

Voglio chiudere ricordando il grande Pepi Morgia che è stato e sarà sempre nel cuore di tutti noi e di Casa Sanremo.

 

– Non ci resta che dare il tuo arrivederci speciale a Casa Sanremo 2019, allora.

Buon Sanremo a tutti, ci divertiremo e che vinca il migliore… o il peggiore!

[/su_column] [/su_row]

[/su_spoiler]
[/su_accordion]

Photo Credits: Pamela Rovaris