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Sara Trevisan – “Trova lavoro partendo da te stesso”

Domande per autori della selezione “Writers Vetrina 2024”

Risposte di Sara Trevisan

Ci presenti il suo libro.

L’opera che è stata selezionata per Casa Sanremo Writers si intitola Trova lavoro partendo da te stesso. Si tratta di una guida pratica per il successo professionale, dove i lettori sono invitati a intraprendere un viaggio trasformativo, guidato da un approccio basato sul business coaching. Il manuale si propone come il compagno di fiducia per chi non voglia limitarsi a trovare una semplice occupazione, ma punti a una carriera che rispecchi veramente le sue passioni e i suoi talenti autentici.

Attraverso una profonda fase di scoperta personale, i lettori vengono spinti a esplorare le proprie radici, riflettendo sui loro valori, le loro passioni e i loro talenti nascosti. Questo percorso introspettivo fornisce il fondamento per definire chiaramente gli obiettivi professionali, trasformando sogni in realtà lavorativamente tangibili.

I primi capitoli, quindi, offrono preziosi strumenti per conoscersi e capire chi si vuole diventare come persona e quindi come professionista. Successivamente, per presentarsi in modo autentico e creare un personal branding distintivo, il viaggio prosegue con lo studio dell’iter di selezione in tutte le sue tappe fondamentali, dove i lettori acquisiscono competenze essenziali per affrontare con fiducia colloqui e interazioni professionali.

Ogni pagina di questo manuale è intrisa di esercizi pratici e domande di approfondimento, per proporre un’applicazione pratica delle conoscenze acquisite.

In conclusione, Trova lavoro partendo da te stesso non è semplicemente un manuale di ricerca del lavoro; è una risorsa completa che accompagna i lettori in un viaggio di crescita e auto-miglioramento duraturo.

Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.

Scegli con cura i tuoi maestri

Nel corso della vita sperimentiamo un cambiamento costante ed esso prosegue sino all’ultimo istante che ci è stato assegnato. Il fatto sul quale dovremmo concentrarci, quindi, non è tanto se il cambiamento avviene, quanto piuttosto il modo in cui esso avviene.

Alcune persone dicono di essersi stancate di crescere e non sono più disponibili a farlo. Io penso piuttosto che si siano stancate di sbagliare, poiché probabilmente non imparavano la lezione, e quindi, nel tentativo inconsapevole di proteggere l’ego, hanno liquidato quella lezione come inutile. Un po’ come la volpe della fiaba di Esopo, che, rammaricata del fatto di non aver raggiunto l’uva, racconta a se stessa che il frutto è acerbo. Non può che essere così, poiché non è possibile provare piacere nel rimanere uguali a se stessi se questo significa mantenere le proprie paure, il proprio risentimento, i propri rimpianti e sensi di colpa. Crescere è una gioia e ci consente di essere migliori, senza per questo tradire noi stessi.

Quindi crescere, per me, è inevitabile e vitale, e questa considerazione mi porta necessariamente alla seconda: bisogna capire come fare. E dunque, si cresce studiando, facendo esperienza, sbagliando, imitando gli altri. Impariamo soprattutto dagli altri, da coloro che ai nostri occhi acquisiscono una posizione di rilievo e di autorevolezza. Sono i Maestri. Se ci fai caso nel titolo ho scritto la parola ‘maestri’ al plurale, perché nel corso della nostra vita ne avremo moltissimi.

Ho imparato a diffidare di coloro che pretendono di essere gli unici maestri nella nostra vita, nessuno infatti possiede tutta la conoscenza nelle proprie mani. E se anche incontrassimo una persona che potesse realmente spacciarsi per il crogiolo della verità, se possedesse tutte le risposte alle domande dell’uomo, prima di ascoltarle vorrei prima comprendere il motivo che lo porta a condividerle con me.

I maestri elargiscono ciò che sanno per motivi diversi e in modi diversi. Motivazioni e modalità differenziano il maestro propriamente detto dal semplice insegnante, o addirittura da un manipolatore. Io cerco un maestro che mi insegni ad applicare la conoscenza anche e soprattutto attraverso il suo esempio. Cerco un maestro che non pretenda che io diventi la sua fotocopia, la sua emulazione, ma che rispetti la mia individualità, lasciandomi libera di crescere nel modo a me più congeniale.

Io cerco un maestro che sia centrato, che non veda in me uno strumento per raddrizzare il mondo, un’arma per vincere le battaglie dove lui ha fallito. Io cerco un maestro che voglia il mio bene. All’inizio del tuo cammino, quando fai fatica a sorreggerti sulle tue gambe e il mondo ti appare un grande mistero, non hai il lusso di scegliere i tuoi maestri, ti vengono dati e sono i tuoi genitori. In questo caso, devi essere fortunato e augurarti che siano validi, in modo che possano farti meno danni possibile. Faranno del loro meglio e nutro nei confronti del loro ruolo un grande rispetto, dal momento che affronteranno un’impresa degna di una divinità.

Nel corso dell’età adulta, poi, avremo la possibilità di sceglierci i maestri: facciamolo con grande attenzione, così cresceremo, miglioreremo e forse saremo un maestro a nostra volta per qualcuno. Poi arriverà il giorno in cui a essere i nostri insegnanti saranno i bambini, perché lungo il nostro percorso avremo disimparato delle lezioni che potranno trasmetterci solo loro. Di nuovo.

C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?

Tre anni fa mi è accaduto di sentir dire da un mio alunno che andare a lavorare rendeva infelici. La lezione sarebbe dovuta vertere sulla comunicazione efficace e la leadership, e invece abbiamo passato due ore a parlare di felicità e mercato del lavoro. Il ragazzo, di diciassette anni, era perfettamente persuaso che il lavoro non potesse in alcun modo renderlo felice e anzi, nella sua visione esso lo avrebbe intralciato nel costruire una bella famiglia, poiché avrebbe dovuto trascorrere il suo tempo lontano dai figli.

In quel caso era evidente quanto fosse forte l’influsso della sua personale situazione familiare nella formulazione dell’idea limitante. Per i giovani è normale pensare che il mondo segua le stesse regole che vigono all’interno delle mura domestiche, ma ciò è profondamente dannoso e le idee limitanti vanno estirpate, perché influenzano il nostro agire e ci conducono a compiere le scelte che porteranno alla realizzazione dello scenario temuto (vedi il tema delle profezie auto-avveranti).

Faccio un esempio. Giacomo è convinto che il lavoro conduca inevitabilmente all’infelicità, poiché vede che ogni giorno i suoi genitori tornano a casa scontenti e che si lamentano della loro situazione. Così Giacomo, che anche avrebbe delle belle attitudini, si demotiva a tal punto da concludere che studiare sia un inutile dispendio di soldi ed energie, che magari vanno avanti soltanto quelli che sono nati fortunati… e quelli che crescono a livello professionale sono le classiche eccezioni che confermano la regola, o magari mentono perché cattivi.

Così pensando, quindi, si preclude la via dello studio e inizia a cercare lavoro. Magari lo trova, e siccome è appena entrato nel MdL, viene assunto da uno dei tanti sfruttatori dell’ignoranza giovanile. Lui è convinto di non poter meritare di più, anzi ha incontrato colui che gli conferma lo stereotipo, per cui rimane e conserva il posto senza lottare per il miglioramento della sua condizione. Non crede che sia possibile farlo. E così la profezia si avvera. Un’altra persona al suo posto, animata da altre convinzioni, non avrebbe accettato i soprusi, avrebbe continuato a studiare, ad aumentare le sue competenze, a cercare un’occupazione migliore, e nel tempo ci sarebbe riuscita.

Questa idea limitante è sbagliata. Il lavoro può peggiorare la mia condizione, ma può anche migliorarla; sta a me lottare per raggiungere ciò che voglio per rendere possibile un futuro radioso. Se osservo che piove sempre sul bagnato, posso sempre mettermi d’impegno per costruire un tetto diverso. Certo è che quel tetto non si costruisce da solo.

Anche questo episodio, unito a molte altre esperienze in classe, ha contribuito a persuadermi che sarebbe stato bello e utile condividere tutto questo con gli altri.

Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?

Sono estremamente curiosa di conoscere un mondo così bello ed estremamente diverso da quello che vivo normalmente! Mi sento un po’ come Enola Holmes che lascia la casa materna per scoprire, finalmente, la grande città, con tutto ciò che può offrire. Sono molto emozionata e sono convinta che in un modo o nell’altro sarà un vero successo!