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Leonardo Alessandro Tridico – “IL CONFINE SOSPESO: Il Südtirol fra diplomazia e conflitto”

Autore: LEONARDO ALESSANDRO TRIDICO

Opera: “IL CONFINE SOSPESO: Il Südtirol fra diplomazia e conflitto”

Ci presenti il suo libro. Il libro si intitola “IL CONFINE SOSPESO: Il Südtirol fra diplomazia e conflitto”. Da poco più di cento anni il Sudtirolo è stato annesso all’Italia, come stabilito – conclusa la Prima guerra mondiale – dal Trattato di Pace firmato a Parigi nel 1919, ma in pochi conoscono le travagliate vicende di questa terra nel cuore d’Europa. Una storia di conflitti e dispute si è dipanata in questo lembo di territorio alpino, tanto bello quanto ricco di risorse naturali. È una sorprendente storia italiana e internazionale che merita di essere raccontata e conosciuta, specie oggi che l’Europa vede pericolosamente rimettere in discussione i confini nazionali come dimostrato dalla sciagurata guerra scoppiata nel 2022 in Ucraina. Un’amata e contesa Heimat in bilico fra opposti nazionalismi, una terra di confine che dal 1918 ha visto, ricevuto e comminato anche sofferenze: le brutalità della guerra, del fascismo, del nazismo (ricordiamo il Lager di Bolzano) e dell’estremismo pangermanista antitaliano. Nell’alveo di questa realtà complessa, di frontiera, in certe fasi violenta, ed ancora oggi in evoluzione, il libro offre un’intensa e articolata visione d’insieme sui cento anni del Sudtirolo in Italia, tra diplomazia e conflitto.

Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa. Dal capitolo “Gerarchi nazisti in fuga attraverso il Südtirol” | “Frange di sudtirolesi, a volte per solidarietà con l’elemento germanico, ebbero un ruolo nella fuga di personalità naziste. Anche parti della Chiesa cattolica si trovarono coinvolte nella vicenda, dando riparo (in monasteri) ad alcuni gerarchi nazisti in transito, sulla via verso Roma o Genova. Ai tempi operavano, ad esempio, il parroco di Vipiteno Johann Corradini, amico del vicario generale di Bressanone Alois Pompanin (un uomo di Chiesa che non aveva forti preclusioni nei confronti dei nazisti), il padre francescano Franz Pobitzer di Bolzano e il vescovo Alois Hudal a Roma. Tali comportamenti saranno, in seguito, giustificati come gesti caritatevoli, o connessi all’anticomunismo cattolico. Parte del clero faceva a volte dipendere l’aiuto agli ex gerarchi dal ricongiungimento con la Chiesa cattolica (si pensi, ad esempio, al secondo battesimo dell’ufficiale della Gestapo Erich Priebke, registrato a Vipiteno nel settembre 1948). Erich Priebke, Sturmbannfohrer delle SS ed ufficiale della Gestapo a Roma, fu corresponsabile nel marzo 1944 dell’eccidio di 335 vittime alle Fosse Ardeatine; egli visse con la sua famiglia a Vipiteno fino al 1948, per poi fuggire in Argentina. Adolf Eichmann, l’organizzatore della Shoah, fu uno tra i più noti criminali nazisti fuggiti all’estero passando e trovando rifugio in territorio sudtirolese: con il falso nome di Riccardo Klement raggiunse l’Argentina, dove riuscì a nascondersi fino al 1962 utilizzando i documenti di identità falsi rilasciati dal comune di Termeno. Si trattava di un piccolo centro nei pressi di Bolzano che, dal 1933, vide attivo il Völkischer Kampfring Südtirols (VKS).Anche il medico e criminale nazista Josef Mengele (soprannominato l’”angelo della morte”), che ad Auschwitz operò esperimenti su cavie umane, riuscì a riparare oltreoceano con il falso nome di Helmut Gregor (professione “meccanico”) per via di un documento di identità falso emesso dal comune di Termeno. La moglie e il figlio di Josef Mengele si stabiliranno a Merano dal 1962.”

C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro? Sí, in realtà sono partito da due domande semplici ma che mi hanno aperto uno scenario sorprendente: perché in Italia esiste un territorio che gli abitanti locali chiamano, a maggioranza, Südtirol (e non Alto Adige)? Come mai a tutt’oggi in molti si domandano perché vi si parli, perlopiù, la lingua tedesca?

Che Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024? La partecipazione a Casa Sanremo Writers è per me un’emozionante opportunità di condividere la mia passione per la scrittura e la musica in un contesto unico. Cosa mi aspetto da questa esperienza? Innanzitutto, spero che possa essere una vetrina per la mia creatività, offrendomi la possibilità di far conoscere il mio lavoro a un pubblico più ampio e di catturare l’attenzione di editori e agenti letterari. Mi entusiasma l’opportunità di ricevere feedback da professionisti esperti, poiché credo che possa essere fondamentale per migliorare le mie abilità di scrittura e crescere come artista. Ovviamente, vincere premi sarebbe un risultato straordinario, ma anche solo partecipare rappresenterebbe un momento di crescita personale e un passo avanti nella mia carriera. Inoltre, sono ansioso di connettermi con altri scrittori e appassionati presenti a Casa Sanremo Writers. Ritengo che il networking e la possibilità di condividere idee e ispirazioni con colleghi creativi siano fondamentali per lo sviluppo delle mie capacità. Nel complesso, la mia aspettativa principale è quella di vivere un’esperienza stimolante e arricchente che mi consenta di crescere e di condividere la mia passione con altre menti creative.