Vai al contenuto
Home » Carla Abenante – “Romanzo Non sei nella lista”

Carla Abenante – “Romanzo Non sei nella lista”

Autore:

Carla Abenante

Opera:

Romanzo Non sei nella lista

Ci presenti il suo libro.

Il libro è un romanzo che affronta, attraverso episodi di vita quotidiana familiare e sociale, amicizie, amori giovanili, violenza, riscatto sociale e morale, amore puro, soddisfazioni e talenti ritrovati, il tema del bullismo per conoscerlo e affrontarlo

Protagonista principale è l’adolescente Marino, allontanato dal Liceo perché bullo, nel suo primo giorno di scuola all’alberghiero s’imbatte, nei pressi dell’istituto, in una banda di giovani prepotenti e fa conoscenza con Aurora e Carolina due studentesse che lo aiutano e che diverranno le sue migliori amiche. Le vite dei vari personaggi si scontreranno in un intreccio da scoprire.

Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.

Tratto dal capitolo nove

Un veliero a tre alberi è fermo al largo proprio nello specchio di luce, all’orizzonte un mercantile s’intravede tra il rossore del cielo; colori mediterranei s’intrecciano, rosso, azzurro, giallo, arancione creano uno spettacolare fascino romantico. Le barche attraccate nel porticciolo di Mergellina dondolano alla carezza del venticello. C’è il proprietario del chioschetto delle bibite seduto accanto alla fontana dove sono esposte le fette di cocco.

Seduti sulle panchine rivolte verso il mare ci sono delle famiglie e alcune coppiette di ragazzini.

La vita, a Napoli, non è specchio del paesaggio, non è una cartolina, scorre tra arterie che nutrono il bene e il male. Palazzi storici, antichi, convivono con costruzioni di cemento come persone tanto diverse fra loro si fondono ma non confondono distinguendosi per l’educazione, la cultura, la morale, l’aiuto sociale. È una città dove una bambina è uccisa per sbaglio e nello stesso quartiere è nata una biblioteca, a lei intitolata, aperta a tutti per contrastare il buio, per riportare allo splendore culturale, aggregare i ragazzi, i giovani della zona, per offrire loro la possibilità di aprire la mente e scappare dall’oscurità e favorire la vittoria del colore, dell’azzurro che demarca l’orizzonte e ne fa vedere la luce.

Una fiumana umana cammina sul lungomare verso Mergellina mentre una muraglia umana, la banda del pizzo, si ferma a chiacchierare vicino al porticciolo.

«Guagliu’, ja, che vulimme fa’, io voglio fa’ l’apericena, stamme a Mergellina, ci assettammo ’o bar» propone il bas- so, saltella.

«Vedete quei due? Si stanno baciando, vanno puniti» dice l’istruito e si abbassa gli occhiali giusto a far intravedere le sopracciglia, indica due maschi seduti sulla panchina che si baciano.

«’O vero, non mi piacciono ’e tipi accussì, pigliammele a pacchere» li incita il capo.

Uno sguardo d’intesa, corrono, si avvicinano e li schiaffeggiano, poi il brutto sferra un pugno a uno dei due, il ragazzo cade a terra con il sangue che gli esce dalla bocca e dal naso. Immediatamente la piena umana che passeggia si dilegua, le coppie sedute sulla panchina di fianco si allontana- no, non per vigliaccheria ma per paura, consapevoli di ciò che accade.

«Non vi fate vedere più qua, sennò ci pagate l’affitto della panchina, anche se non è zona nostra. Capito?» intima il capo, gira il braccio a uno dei due, lo stritola. L’altra vittima trema, s’inginocchia vicino al suo amore, cerca di consolarlo, con le lacrime di dolore che gli rigano il viso.

Gli altri ragazzi della banda guardano indifferenti la sofferenza e lo sconforto dei giovani, li lasciano, voltano loro le spalle e si allontanano in fretta prima che possa arrivare la polizia.

Appena la banda si distanzia si forma una catena di solidarietà, si riavvicinano le persone per soccorrerli. Nel frattempo si sente la sirena di un’ambulanza si avvicina, rompe il chiacchiericcio sull’accaduto. Un ragazzo che ha seguito da lontano la scena, ha chiamato il 118 e la polizia.

Quando arriva l’ambulanza, la banda è entrata già allo Yachting club.

Sono figli di soci e possono accedervi tranquillamente.

C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?

Mi ha spinta a scrivere questo libro non un aneddoto ma un vero caso di cronaca di alcuni anni fa: un adolescente dai suoi compagni fu gonfiato, dal retto, con una pompa di aria compressa. Mi colpì molto la crudeltà del gesto e la giustificazione dello stesso come scherzo adolescenziale e non atto di violenza dai genitori. Quello stesso giorno decisi che avrei affrontato il tema del bullismo.

Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?

Un’esperienza che arricchisca la mia formazione culturale e sociale, e, perché no, anche visibilità e il giusto valore al mio romanzo.