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A Casa Sanremo il libro sul mistero di Liberato firmato da Gianni Valentino

Chi non ha sentito mai parlare di Liberato? Di lui si è detto tutto e il contrario di tutto: Liberato è Burial, no è Calcutta, no Liberato è Nino D’Angelo o, ancora, un detenuto del carcere di Nisida. Di lui si racconta che nemmeno i suoi amici più intimi sanno che conduca questa doppia vita e, ormai, da anni si susseguono buzz e leggende sull’identità del producer napoletano.

Sul fenomeno Liberato, invece, ha provato a far luce Gianni Valentino, napoletano, giornalista ma anche poeta/performer ideatore del progetto di passeggiate culturali NA IF che, questo pomeriggio, è stato ospite della rassegna Writers di Casa Sanremo.

Il giornalista firma di «La Repubblica» e «il Venerdì» è l’autore di “Io non sono LIBERATO”, un testo che racconta la sua avventura col cantante napoletano, conosciuto inizialmente attraverso YouTube, come tutti, e rincorso poi al telefono, via e-mail, via Skype…

«Però è successo», racconta il giornalista di Repubblica, «che un pomeriggio, quando avevamo il nostro primo appuntamento, lui non si è più presentato. Un po’ l’ho rincorso, un po’ ho aspettato che tornasse da me. Cercando di immaginare le sue sembianze, la sua voce, la sua faccia. Sono andato in ospedale, per rintracciarlo. Fino a Barcellona, per capire quali intenzioni avesse. Ma è tutto così invisibile. Incappucciato com’è, tra i laser. Così ho scelto di raccontare tutto quello che so di lui e tutto quello che gli altri – lentamente, generosamente – mi hanno voluto sussurrare della sua storia. Backstage, conversazioni al cellulare, concerti, retroscena, festival, sospetti plagi e cambi di identità». Al volume, infatti, partecipano con micro-macro interviste Clementino, Raiz, Fabri Fibra, Nino D’Angelo, Populous, Ivan Granatino, Gemitaiz, Livio Cori, Bawrut, Planet Funk e, soprattutto, Enzo Chiummariello e il prof. Ugo Cesari.

Tutti questi interpreti sono chiamati a dire la loro sul fenomeno Liberato: un progetto nato dal basso, partito senza etichette né uffici stampa, figlio di una città indisciplinata ma culturalmente ricchissima e di una rete di contatti più o meno sommersi che parlano molto dell’Italia musicale di oggi. Legatissimo alla sua squadra di calcio, nei suoi testi fa leva su un legame forte che unisce persone anche molto diverse tra loro, proprio come accade in Paesi che vantano una lunga tradizione di affinità tra football e musica, tipo l’Inghilterra.

Dal volume di Valentino viene fuori una storia che accomuna veramente tutti, tanto quelli che amano quanto quelli che non sopportano più Liberato. Certo, se l’autore non avesse scelto di iniziare la cronologia del libro proprio dal 19 aprile del 1989, data della partita di Coppa Uefa tra Bayern Monaco e Napoli e giorno di nascita di Calcutta, forse ci avrebbe lasciato qualche dubbio in meno nella testa…

Ad accompagnare il racconto di Gianni Valentino, Claudio Guerrini e Francesca Sconamiglio.

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