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Lucia Fanelli – “Immune e Impune a Altre Storie a Geometria Variabile”

Autore: Lucia Fanelli

Opera: “Immune e Impune a Altre Storie a Geometria Variabile”

Ci presenti il suo libro.

“Immune e Impune e Altre Storie a Geometria Variabile” è allo stesso tempo un giallo, una saga familiare e un romanzo manageriale; è ambientato nel 2020, al tempo della pandemia da Covid-19, ma presenta importanti flashback che riconducono al passato dei vari personaggi e ne spiegano il contesto presente. La vicenda ha inizio la notte di Natale del 2019, quando il protagonista, Adriano Valsecchi, ricco imprenditore brianzolo a capo di un’affermata società di consulenza, viene avvelenato durante il cenone nella sontuosa residenza di famiglia a Montevecchia. Valsecchi, se da un lato si presenta come uno stimato e specchiato uomo d’affari, dall’altro si è procurato nel tempo molti nemici, anche nella nutrita cerchia dei familiari e degli amici. Dopo essere stato disintossicato dall’arsenico (siamo all’inizio del 2020), Valsecchi si ammala di Covid: entra in terapia intensiva e solo dopo diverse settimane guarisce e può tornare a casa. Tuttavia, pur essendo sopravvissuto ad un tentato omicidio e ad un virus terribile, si trova di fronte ad una situazione drammatica: qualcuno ha cercato di avvelenarlo, proprio nella sua casa, la notte di Natale e le indagini sono ancora in corso. I due investigatori (che, mutatis mutandis, ricordano i più celebri Sherlock Holmes e Dr Watson), individuano sei piste indiziarie, ognuna riconducibile ad un familiare o conoscente di Adriano, ognuna con un movente credibile (amore, odio, giustizia, vendetta, gelosia, rivalsa), ognuna che porta ad approfondire la storia e la psicologia dei personaggi coinvolti, nonché i legami (non sempre trasparenti) esistenti tra loro. Sono proprio questi personaggi che danno vita alle «altre Storie a Geometria Variabile» del sottotitolo, ora accostandosi, ora intersecandosi, ora distanziandosi, come figure geometriche alla perpetua ricerca del proprio Teorema.

Il titolo invece, si riferisce al protagonista, Adriano Valsecchi, che è:

  • «Immune»: guarisce dal Covid-19, senza soffrire di alcuna sindrome post virale;
  • «Impune»: se pur colpevole di ripetuti tradimenti, tentate truffe, deplorevoli episodi di omofobia, etc. riesce comunque a farla franca grazie ad un suo grande talento, che è anche una lectio vitae universale.

Valsecchi cerca sempre il lato positivo delle situazioni, guarda sempre avanti, (al futuro, perché il passato non si può cambiare) e, infine, si rialza sempre quando cade perché, come dice Goethe “non è forte chi non cade mai ma chi, cadendo, si rialza”.

Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.

I tre lasciarono l’hotel dopo aver consumato una sostanziosa colazione al tavolo fronte oceano preferito da Clara. Iniziarono, con passo baldanzoso, l’escursione che li avrebbe portati dalla parte occidentale a quella orientale dell’isola. Ci vollero circa tre ore a ritmo piuttosto serrato per raggiungere Anakena, ma nessuno dei tre pensò neanche per un attimo che non ne fosse valsa la pena. Una volta arrivati infatti, restarono per lungo tempo quasi immobili e in silenzio ad osservare il paesaggio stupefacente che si aprì all’improvviso ai loro occhi. L’emozione che quella vista suscitò fu tale che i tre realizzarono, indipendentemente ma simultaneamente, che mai avrebbero potuto descriverla in modo compiuto ad altre persone. Potevano solo viverla per se stessi e goderne appieno, hic et nunc: nessun fotografo avrebbe mai potuto immortalarne la perfezione, nessun pittore ritrarlo nel suo incanto, nessun musicista riprodurne l’armonia e nessun poeta decantarne la bellezza.

La verità era che, oltre alla meraviglia dell’insieme, c’era dell’altro. C’era il tripudio sfavillante di colori, dove il verde brillante del giardino che ospitava palme floride e longilinee, cedeva il passo al chiarore quasi accecante della sabbia, che si univa a sua volta all’azzurro diafano dell’acqua che, infine, si confondeva con il blu deciso e compatto del cielo.

C’erano il tocco caldo del sole, la brezza leggera che veniva dal mare, il movimento armonioso e sincrono delle palme accarezzate dal vento. C’era, ovunque, un inspiegabile profumo di natura, un’essenza aromatica e delicata che evocava la forza generatrice del creato e riconciliava con la vita stessa.

C’era la sabbia dorata che Clara raccolse, così piacevole e tiepida al tatto, e così fine che scorreva veloce tra le dita, tanto che pareva impossibile trattenerla. Ma c’era dell’altro che rendeva Anakena un posto, oltre che paradisiaco, misterioso e quasi commovente: c’erano loro, i sette moai dell’Ahu Nau Nau, enigmatici e maestosi.

Come tutte le statue dell’isola, davano le spalle all’oceano, ma distando da esso solo pochi metri, costituivano parte integrante del paesaggio, rendendolo unico e irripetibile. Tre erano danneggiati, ma gli altri quattro erano in perfetto stato e portavano fieri i loro cappelli di roccia rossa, guardiani austeri del luogo in cui, secondo la leggenda, ebbe origine la civiltà dell’Isola di Pasqua.

Clara, ormai assodata l’evidente difficoltà di comunicazione con i suoi compagni, aiutandosi notevolmente con il non verbale, disse loro:

«This place… they say… is where the Easter Island… was born.»

«Okay, okay… the Easter Island.»

«This is… the single place… in the world… where you… can bath in the sea… having moai… at your shoulders.»

«Okay, okay… moai.»

«So… we deserve a bath now!»

C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?

Ho scritto “Immune e Impune e Altre Storie a Geometria Variabile” durante la pandemia. Come accaduto a molte persone, in quel periodo che ci ha regalato improvvisamente e inaspettatamente ore e giorni “vuoti”, l’assenza di incombenze lavorative mi ha spinto a riflettere su come avrei potuto investire tutto quel tempo libero in modo piacevole e produttivo. Ho iniziato a studiare il tedesco, ho allungato gli allenamenti e la corsa mattutina, ho seguito con molta più attenzione le news provenienti da tutto il mondo, ho letto i romanzi dei grandi russi, ho riordinato cassetti, libreria, scaffali, faldoni di anni di progetti di Consulenza, fotografie… Le fotografie portano a galla i ricordi: mi è venuta in mente una frase di mio padre, un libraio all’antica, lettore appassionato e versatile, dalla memoria prodigiosa e dalla cultura sconfinata. Mi diceva che avevo il dono della scrittura e più volte mi ha ripetuto, anche poco prima di andarsene: “tu scrivi, io leggo, promuovo e vendo”. Questa suggestione dal passato mi ha spinto a mettermi al computer e a scrivere il mio primo romanzo, nel quale ho parlato del mondo e dell’ambiente che mi circonda, di storie di cui sono venuta a conoscenza, di vicende sempre verosimili e talora autobiografiche.

Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?

Partecipare a Casa Sanremo Writers è per me un grande onore. Mi aspetto di far arrivare “Immune e Impune e Altre Storie a Geometria Variabile” ad un pubblico di lettori ampio, interessato alla narrativa, in grado di apprezzarne l’articolazione e la struttura, oltre alla ricchezza e complessità dei personaggi e delle vicende narrate. Mi aspetto di farmi conoscere come scrittrice, anche se ho un’estrazione professionale di tutt’altro genere: sono un’economista e Management Consultant e ho sempre lavorato nelle aziende multinazionali, in Italia e all’estero (questa mia professione ha influenzato il romanzo: Adriano Valsecchi è infatti a capo di una rinomata società di consulenza). Mi aspetto infine di divertirmi a Sanremo nelle giornate del Festival della Canzone Italiana, godermi l’atmosfera di uno degli eventi più conosciuti e longevi al mondo e, allo stesso tempo, di essere protagonista, come scrittrice, di un evento per me altrettanto importante come Casa Sanremo Writers.