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Giusi Russo – “Di notte, solo di notte”

Autore: Giusi Russo

Opera: Di notte, solo di notte– romanzo

Ci presenti il suo libro.

Di notte solo di notte è una storia intima, violentemente umana. La storia di Angela, una donna di circa cinquant’anni alla ricerca del suo passato, spinta dal bisogno di dar voce a lunghi e lontani silenzi. Rinchiusa da anni in prigione, cogliendo l’occasione di una pericolosa operazione alle corde vocali, affida la sua voce alla scrittura, raccontandosi, senza reticenze, a quel figlio profondamente amato che lei immagina lì, ormai adolescente, seduto immobile davanti a lei. Il figlio “rubato”, il seme estorto con l’inganno a Ivano, quel suo amante sfuggente ed enigmatico, l’uomo che la possiede senza delicatezza, violando il suo corpo cedevole con la rapina di un predatore. E lei vorrebbe fuggire, poi rimane, si lascia avvolgere da uno sguardo, un sorriso, un’illusione. Ora che la vita sembra prossima a finire, ora che il cerchio sembra chiudersi, quel figlio deve sapere. Ed ecco che inizia, dalla penna di Angela, la narrazione concitata e passionale della storia di quella nascita, che è al contempo la storia di una donna alla ricerca di sé, di una pienezza che dia un accento alla sua vita. La storia di Angela è la storia di ogni donna colpevole d’innocenza.

Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.

“I figli nascono da noi, si staccano dalla parete della nostra roccia in un sussulto di anarchia e libertà. E in quello stesso istante diventano irraggiungibili. I loro corpi prendono a odorare di mondo, di terra abitata, mentre noi, stupide madri, restiamo ad annusare un residuo di placenta, un misero brandello di vita che è già altrove, che è altro da noi. Quella statua, quel corpo inanimato ti sta guardando come si guarda una nostalgia.”

C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?

Credo che il movente che ci spinge verso la realizzazione di un progetto sia sempre inciso nella profondità del nostro essere. In questo senso, non c’è romanzo che non sia idealmente autobiografico. Con questo non intendo dire che le vicende narrate mi appartengono. Autobiografica è l’emozione, quella che sempre uno scrittore trasfonde nella pagina. Cosa c’è al fondo di questa spinta emozionale? Sicuramente l’istintiva empatia verso le tante donne vittime di violenza. Ho scritto questo romanzo pensando a loro, alla loro umana vulnerabilità, la stessa che si annida, forse, in ognuna di noi. Di notte, solo di notte è un romanzo che ha l’umile ambizione di scuotere le coscienze. Delle donne e degli uomini.

Che cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2024?

Mi aspetto di vivere innanzittutto un momento di grande gioia. Come può non essere così? Sanremo è, nell’immaginario di tutti, il luogo dove ogni sogno sembra potersi trasformare in realtà. Ma, di là dall’aspetto puramente emotivo, rimane un dato incontrovertibile: Sanremo è una splendida vetrina, un’occasione imperdibile per chi desidera che il proprio lavoro sia ancora più visibile e, perché no, apprezzato.