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Lié Larousse – Rid dementia

  1. Ci presenti il suo libro.

Siamo nel 1875, nei pressi di una Roma in via di espansione ed evoluzione scientifica: qui il Professor Fabio Amedeo Mari, Neuroanatomo e Neuropsichiatra, protagonista del romanzo, fa costruire un imponente manicomio il Rid Dementia, nome del metodo curativo sperimentato e creato da egli stesso, luogo che dà vita alla narrazione. A pochi metri da esso fa erigere una piccola dimora dove alloggia e dove non è solo, ma con il suo amato segreto.
Rid Dementia è la storia intima della psiche umana e di come troppo spesso lasciamo che siano le paure a decidere per noi; è la storia di possesso, amori proibiti, furti d’identità, violenze fisiche e psicologiche, gelosie ed invidie, dove non importa se ci troviamo in un’epoca passata, perché attraverso i personaggi e l’ambientazione è chiaro che il tempo non esiste e che l’essere umano nel corso della sua vita tende a sbagliare e a cadere spesso negli stessi sbagli. Mentre leggiamo questo libro, non sentiamo più questa distanza temporale ma ne siamo totalmente coinvolti, così come ci lasciamo coinvolgere nella vita quotidiana da problemi che non sono i nostri e per i quali ci prostriamo a dare consigli, il più delle volte non richiesti o fraintesi. Il RID DEMENTIA è “la nostra mente, labirinto di illusioni e sogni, ossessioni e caos, dove è facile perdersi”. Nel romanzo sono presenti più piani di realtà: in alcuni gli accadimenti sono realmente avvenuti, al lettore lascio la scelta di decidere quali. RID DEMENTIA è la storia nella storia di un presente lontano alla ricerca di un passato spietato che spaventa come certi incubi ricorrenti dai quali sembra impossibile svegliarsi. Ogni personaggio rappresenta uno stato d’animo, un vissuto agognato, un desiderio appena espresso, un sogno irrealizzato: tutto questo perché siamo sempre alla continua ricerca di qualcosa che non sappiamo bene cosa sia, e in questo romanzo avremo modo di scoprirlo.

  1. Ci regali un breve stralcio dell’opera, una parte che per lei è particolarmente significativa.

“Febbre improvvisa. Un tremore ti sconvolge le carni, piombi a terra. Visioni si scagliano in un lampeggiare in lontananza. Una folla di luci sfrecciano, credi ti stiano colpendo in pieno volto, strizzi gli occhi, ti trapassano indolore, non devi nemmeno schivarle, anzi, muovi la mano nella loro direzione, e proprio quando un’altra saetta è a uno stralcio dal tuo naso l’afferri, e la vedi. È un nastro. Un nastro di tulle, annodato, un fiocco.
Troppi segreti in un posto solo, pensi, ora, quand’era già il tempo dell’arrivo al Rid Dementia: «Oooooh!».
Il cocchiere con un intercalare nella voce tira le redini ai cavalli.
«Oooooh!».
E si zittisce anche il suono del campanaccio legato al collo delle prime due bestie. Scosti il drappeggio, porti fuori il braccio dall’abitacolo, abbassi la maniglia, apri la portiera della carrozza, un passo preciso, poi un altro a scendere lo scalino. Un’occhiata rapida tutt’attorno. Girandoti di tre quarti allunghi il braccio alle tue spalle. L’apice della punta di un naso dall’ombra dell’interno del calesse s’illumina. Labbra rosa inumidite dalla calura. Incorniciato il viso da un fiocco di tulle legato sotto il collo color turchese, con striature oro e arancio, le punte svolazzano nell’aria fresca. «Che dimora piccina Padre».
I suoi occhi corrono dal perimetro della piccola casa a te.
«Lumas, andrà più che bene».”

3. C’è un aneddoto particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Nel 2014 ho iniziato un percorso di studi in psicologia generale, infantile e clinica, terminati nell’aprile 2021, che mi hanno portato a conoscere persone e situazioni davvero difficili da gestire con i soli mezzi tecnici che stavo testando. Ho capito, con il tempo, che dovevo andare oltre al semplice studio di questa materia e alle sue tecniche approvate fino ad oggi, che dovevo scavare nel tempo che si cela in ogni vita umana, percorrendo una strada, sì verso il passato ma non in ordine cronologico di accadimenti come siamo soliti fare. Ho capito che è ciò che non conosciamo di noi a rendere la vita difficile ed incerta; perciò, con questo romanzo, ho voluto sperimentare, proprio come il protagonista, una nuova e sconosciuta strada, anche se non ne conoscevo inizialmente la direzione, ma di certo conoscevo l’obiettivo. Ma lo abbiamo imparato leggendo questo romanzo: la mente mente, e perdersi in essa è il più grande dono che possiamo fare a noi stessi. Molto spesso ci sentiamo confusi, ci sentiamo persi, fuori luogo anche in situazioni che noi stessi abbiamo contribuito a creare: perché? Molto spesso abbiamo tutto ciò che vogliamo ma ci sentiamo infelici, insoddisfatti, inappagati, addirittura soffriamo di attacchi di panico, siamo ansiosi, abbiamo continui mal di testa, e siamo stanchi, affranti e cadiamo in depressione: perché? Perché non ci ascoltiamo, non ascoltiamo ciò che il nostro cuore e la nostra anima vogliono per noi, ciò per cui siamo venuti al mondo. La nostra missione di vita non la conosciamo, non la conosciamo perché viviamo nella mente e, come scrivo sopra e qui ribadisco, “la mente mente”; allora ci facciamo manipolare dal volere altrui, convinti del contrario, ed iniziamo a percorrere un cammino nel buio pesto dove spiragli di luce sono sfocati  da un paio di occhiali da vista che indossiamo, ma non sono i nostri, perché noi ci vediamo benissimo. Ma vogliamo ciò che ha qualcun altro, perché è più facile emulare la vita altrui che avere il coraggio di accettare chi siamo e vivere la nostra.

4. Cosa si aspetta dalla partecipazione a Casa Sanremo Writers 2023?

Sono onorata di partecipare ad un progetto di divulgazione culturale così importante, e spero mi dia la possibilità di far conoscere questo mio romanzo d’esordio e la sua storia ad un livello più profondo e conscio al pubblico italiano, ai critici letterari e a tutti i lavoratori del settore editoriale.

Vi ringrazio infinitamente per questa straordinaria opportunità.