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Matteo Rotondo, Direttore di Produzione di Casa Sanremo

Una lunga carriera nel mondo della musica, dalla Radio alla TV ai concerti live, Matteo Rotondo vanta una lunga esperienza in produzioni di successo. Per Casa Sanremo si riconferma Direttore di Produzione. In quest’intervista, ci spiega in cosa consiste il suo ruolo e ci racconta degli aneddoti vissuti in tanti anni di lavoro:

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[su_spoiler title=”L’intervista a Matteo Rotondo” style=”fancy” open=”yes”]

[su_row][su_column size=”1/3″]Matteo_Rotondo[/su_column] [su_column size=”2/3″]– Chi è Matteo Rotondo?

Nasco promoter discografico per la Durium, una nota casa discografica che, insieme alla Sony,alla fine anni ‘80che ha pubblicato dal ’78 giri al cd. Per 10 anni, poi, ho fatto Superclassifica Show con Maurizio Semandi, passando di fatti alla TV dove mi occupavo della parte organizzativa e della produzione.

Successivamente, per 10 anni, sono stato a Radio Italia occupandomi di eventi, concerti tour, per la radio e, quindi, l’insieme di queste esperienze mi ha portato a essere in grado coordinare tutte le attività, quello di cui si occupa, alla fine un Direttore di Produzione.

– Cosa significa essere Direttore di Produzione di Casa Sanremo?

In un evento come Casa Sanremo, il Direttore di produzione, in questo caso io, ha un ruolo di coordinamento del palinsesto, vale a dire gestire tutti gli aspetti dalle dirette radio, alle attività sul palco, agli showcase, preoccupandosi di tutto quanto sia necessario al corretto svolgimento dello “spettacolo”. In pratica, arrivo il mattino alle 8.30 e vado via non prima delle 2 di notte.

– Come sei arrivato a Casa Sanremo?

Con amici siamo entrati in contatto con Gruppo Eventi al terzo anno di Casa Sanremo. Posso dire, quindi, di aver vissuto questa fantastica organizzazione, con tutta la relativa crescita, non solo della Lounge. Ad esempio, l’ultima edizione, a mio avviso, più delle altre ha evidenziato tutti gli aspetti più positivi: nella decima edizione, come in una compilation, sono andati in scena tutti i successi di 9 anni di Casa Sanremo.

– Com’è nata in te la passione per questo lavoro?

Quando avevo 13 anni mi è capitato casualmente di vedere Le Orme in concerto. Mi avevano talmente emozionato che pensai:“Mi piacerebbe regalare queste emozioni a qualcuno”.

– Quali sono le doti necessarie per far bene il tuo mestiere?

Sicuramente la pazienza, ma anche la freddezza, che ti permette di trovare velocemente la soluzione più giusta. Conta molto, poi, avere un atteggiamento positivo a risolvere i problemi e non a crearli e, in questo, credo che il Presidente Vincenzo Russolillo sia il numero 1.

– Nella tua lunga carriera c’è un aneddoto curioso che puoi raccontarci, magari relativo a qualche personaggio famoso?

Quando lavoravo come discografico alla Durium, l’etichetta esterna Targa, tra i cui nuovi artisti promettenti c’era un certo Vasco Rossi, sapendo che io mi occupavo della promozione un giorno mi chiamò chiedendo la cortesia di poter inserire Vasco in qualche spazio, per fargli avere visibilità.

Ai tempi, con Joycelin seguivo “Un peu d’amor e…”, in diretta dalle 17.15 alle 19: mi chiamano per i Passengers e io ne ho approfittato per portare Vasco, per fargli eseguire anche solo un brano, sono favori che si fanno tra conoscenti nel campo, trovi un artista noto e lo “scambi” con un emergente…

Così l’appuntamento era alle 11.15: Vasco arriva in ritardo con Massimo Riva e, come dire, non erano proprio “lucidissimi”…Arriva Joycelin e mi dice: “Ce la facciamo?”.

Propongo così di non fare la sigla del programma e lo faccio suonare senza intervista. Dalla regia mi dissero: “Non ti permettere mai più!”.

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