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Da un’idea di Enio Drovandi, un corto per Francesco Nuti

Attore toscano che a cavallo degli anni ‘80/2000 ha girato decine di film di successo, vincitore anche di diversi premi, Enio Drovandi, a Casa Sanremo 2018, presenterà in anteprima il progetto di un cortometraggio, che sarà girato subito dopo il Festival, di cui firma la regia, interamente dedicato al suo amico e collega Francesco Nuti. Noi lo abbiamo intervistato per capire come nasce questo progetto e perché abbia scelto proprio Casa Sanremo per presentarlo:

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[su_spoiler title=”L’intervista ad Enio Drovandi” style=”fancy” open=”yes”]

[su_row][su_column size=”1/3″]drovandi_

[/su_column] [su_column size=”2/3″]– Come nasce questo suo progetto?

Ho scritto questo cortometraggio, una sorta di docufilm, realizzando una vera e propria novella grazie alla quale racconto ad un bambino la favola di Francesco Nuti, l’attore che tutti noi conosciamo e amiamo per i suoi film che tanto ci hanno fatto ridere, realizzati in circa 15 anni di carriera. Quello che è venuto dopo, il resto, l’ho volutamente escluso perché è una faccenda personale.

Francesco Nuti, secondo me, è stato negli anni ‘80, e primi ’90, la “Trinità dello spettacolo”: un po’ Capitan Fracassa, per la sua decisa irruenza, un po’ Jim Morrison, in quanto malinconico che piaceva da matti alle donne, e anche Re Mida, poiché tutto quello che toccava, in quei 15 anni, diventava oro. Ho pensato di dedicargli questo lavoro perché agli esordi della mia carriera, non me la passavo troppo bene e non avevo i soldi per l’affitto. Così un giorno sono andato da Francesco per chiedergli una mano, e grazie ai soldi che lui mi ha prestato (che poi gli ho reso, naturalmente, così come avevo fatto con Roberto Benigni in un’altra occasione), sono potuto restare a Roma e cogliere l’occasione di girare i film con Mario Monicelli, comeAmici Miei,Speriamo che sia femmina ed altri.

Quel suo gesto(come quello di Roberto) non l’ho mai dimenticato, e anche per questo ho deciso di fare questo piccolo film per lui, per farlo conoscere anche alle nuove generazioni, e poi perché come mi diceva sempre mia mamma: “Enio ricorda sempre….che il tuo vero conto in banca è saper dire grazie”.

– Perché ha scelto proprio Casa Sanremo per presentarlo al grande pubblico?

Quando ho ideato questo corto, pensato appositamente per andare in tutti i Festival, in tanti mi hanno chiesto di presentare il progetto, ma non trovavo mai il momento e l’ambiente giusto per farlo.

Poi mi è venuta in mente Casa Sanremo perché tutti, senza distinzioni di classi sociali, regioni o politica, ogni due anni siamo uniti e tifiamo per Mondiali o Europei di calcio e poi c’è Sanremo come grande catalizzatori del pubblico italiano. Nel 2018 non siamo ai Mondiali, per cui non resta che Sanremo come occasione dell’italico pensiero.

La settimana del Festival, è quel momento istituzionale dove si parla un po’ di tutto, dalle cose più serie ai pettegolezzi più sfrenati, è una sorta di politica italiana della comunicazione e dello spettacolo: allora io ho individuato l’Ariston come il Parlamento, tutto il movimento che si porta dietro Sanremo è invece come il Senato, e Casa Sanremo è come la terza Camera, cioè Porta a Porta!

E se Casa Sanremo è Porta a Porta, per me il Patron Vincenzo Russolillo è il Bruno Vespa della situazione, soloche sta dietro le quinte!

Di conseguenza, puoi stare anche alla Camera o al Senato, ma se non passi da quella trasmissione è come se non esistessi, perché non hai quella visibilità e credibilità che vi è lì, dove si usa parlare di politica in toni magari alti, ma spesso con leggerezza. Quindi Casa Sanremo non sarà istituzionale, ma è il vero Sanremo! Perciò, per me, presentarvi questo progetto è come, se non di più, presentarlo al Teatro Ariston.

A questo si aggiunge una mia motivazione personale, in quanto fan di questo luogo, perché tutti gli anni che vengo a Sanremo, si sa che i business non si fanno all’Ariston, ma si definiscono negli alberghi e soprattutto a Casa Sanremo, che diventa in questo modo il vero e proprio cuore pulsante del commercio durante il Festival.

– Nel 2018 ricorre anche il 30esimo anniversario della partecipazione di Nuti al Festival di Sanremo in veste di interprete…

Sì, lui portò a Sanremo la bellissima canzone“Sarà per te”, poi ripresa da Mina con grande successo nel 1989 e quando presenterò questo progetto, ci sarà anche la figlia di Francesco, Ginevra, che concluderà questo momento cantando proprio “Sarà per te”.

– Può darci qualche anticipazione su altri nomi di chi interverrà?

Ci sarà Annamaria Maripiero, mamma di Ginevra ed ex compagna di Francesco e spero che ci sia anche suo fratello Giovanni, che ha curato le musiche dei suoi film.

Ci tengo poi a precisare che tutto questo lo facendo in modo assolutamente gratuito. Tutto quello che questo cortometraggio eventualmente otterrà nei vari Festival, italiani e non, andrà tutto a Francesco Nuti. Questo progetto è per lui e chiunque ami quel cinema comico-sentimentale, è bene che sappia che dando visibilità e diffondendo questo lavoro, in qualche modo, fa un’azione a favore di Francesco e quel tipo di cinema, che ha fatto ridere tutta Italia.

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