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Mauro Marino, l’altra mente di Casa Sanremo

Da più di 25 anni nel mondo delle Radio, a partire da RTL 102.5, per poi passare a RDS, Radio 101 e Radio KissKiss, Mauro Marino, da gennaio 2010 è in onda su Radio Italia, dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 16. La sua esperienza però, non si limita a cuffie e microfono: in TV ha lavorato per Rai, Mediaset e TMC (ora La7); ha fatto parte del cast del musical “Grease” con Lorella Cuccarini e ha vinto numerosi premi tra cui, nel 1996, il Telegatto.

Più recentemente, nel 2014 e nel 2015, ha animato i pre show del Vasco Live Kom, i concerti evento di Vasco Rossi negli stadi italiani. Ci tiene però a dire che, prima di ogni cosa, è un DJ, ed è stato ospite nelle principali discoteche italiane, ma noi aggiungiamo che è una delle “menti” di Casa Sanremo e abbiamo cominciato la nostra chiacchierata chiedendogli proprio come nasce quest’iniziativa:

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[su_spoiler title=”L’intervista a Mauro Marino” style=”fancy” open=”yes”]

[su_row][su_column size=”1/3″]mauro-marino

[/su_column] [su_column size=”2/3″]Insieme a Vincenzo Russolillo, sei stato il fondatore di Casa Sanremo, puoi raccontarci com’è nata quest’idea e come avete lavorato per concretizzarla?

Io e Vincenzo ci siamo conosciuti tra il ’95 e il ’96, all’epoca in cui io facevo le serate in giro per locali e discoteche, poi nel 2006 ci siamo ritrovati a Miss Italia e vedendo la “Cantina di Miss Italia”, curata da Vincenzo, gli ho detto “sarebbe bello fare una cosa del genere a Sanremo, poiché non esiste niente di simile…”. Immediatamente, Vincenzo mi ha dato la sua disponibilità, io ne ho parlato con Pepi Morgia, che era il Direttore Artistico del Comune di Sanremo, e così si è creata la sinergia che ha dato vita a Casa Sanremo.

E così, quest’anno siete arrivati alla nona edizione…

Sì, nel 2006 ne abbiamo parlato per la prima volta, abbiamo presentato il progetto e, l’anno successivo è nata Casa Sanremo.

… Avendo una grande e rapida evoluzione…

Nel corso degli anni Casa Sanremo si è ampliata, diventando un punto di riferimento per chi vive il Festival, per i giornalisti, per i musicisti, per gli artisti, per gli addetti ai lavori. A Casa Sanremo sono nate collaborazioni tra artisti, show-case, jam sessions, molti si sono trovati lì per la prima volta e si sono messi a suonare insieme…

La nostra idea era proprio quella: creare un ambiente dove gli addetti ai lavori si potessero incontrare, al di fuori della solita Sala Stampa dove vanno tutti, un posto dove poter chiacchierare e, perché no, creare anche del business, e soprattutto un luogo per poter vedere il Festival, poiché a Sanremo non esisteva un posto dove poterlo vedere insieme agli altri addetti ai lavori, se non la sala stampa, se non andavi lì o guardavi la trasmissione in un ristorante, magari in un televisorino piccolo dove non riuscivi neanche a capire bene cosa stava succedendo, oppure dovevi guardarlo in camera, in albergo. Noi abbiamo voluto creare questa situazione alternativa alla Sala Stampa, dove comunque i giornalisti continuano ad andare, però una volta che la trasmissione è finita, poi possono venire a Casa Sanremo, incontrarsi, parlare, scambiarsi idee e opinioni.

All’inizio di quest’esperienza era proprio così che la immaginavate?

Sì, la immaginavamo più o meno così. Certo, nel corso degli anni si è ingrandita, abbiamo poi fatto anche la mostra del Festival (cosa che a Sanremo non c’era mai stata), dandogli anche un po’ più di visibilità e, posso dire, che grazie a Casa Sanremo il Festival vive tutto l’anno, non si limita a quei cinque/sei giorni: in quel momento, magari un po’ prima o un po’ dopo, tutti parlano del Festival ma poi finisce lì, mentre noi ne parliamo tutto l’anno, andiamo in giro a cercare nuovi talenti, facciamo vivere un po’ il Festival anche nel resto dell’anno.

Qual è l’aspetto di Casa Sanremo che ami di più?

Il divertimento c’è quando alla fine della manifestazione raccogli un risultato positivo: quando puoi dire “è andato tutto bene”, “abbiamo lavorato bene”, quando vedi che la gente si è divertita, ha potuto vedere, parlarsi, incontrarsi, scambiarsi delle idee e fare del business e questa è la soddisfazione più grande.

Prima, con i preparativi, e poi durante il Festival, di divertimento per noi ce n’è poco, perché siamo sempre all’erta, a vedere, a capire cosa succede, a rimediare alle imperfezioni. C’è molto lavoro, molta stanchezza quando si finisce, però, poi, quando torniamo a casa soddisfatti e contenti, perché sponsor, visitatori e addetti ai lavori si sono trovati tutti bene, è molto bello. La presentazione alla stampa, per esempio, ha avuto molto successo: abbiamo spiegato agli addetti ai lavori che quest’anno ci saranno molte novità pensate per loro, molti momenti in cui potersi rilassare nell’area benessere, oltre a molti più spazi per incontrarsi e socializzare con gli ospiti presenti. Quest’anno, poi, avremo anche Facebook come partner ufficiale che darà l’opportunità ai promoter musicali di promuovere i propri artisti, e di fare un approfondimento sull’utilizzo del social.

Tra tutte queste che hai elencato, qual è la novità più importante dell’edizione 2016?

Casa Sanremo non viene mai stravolta, l’idea iniziale è sempre quella che fa da fondo: quest’anno, grazie alla partnership speciale con Facebook abbiamo l’opportunità di istruire quegli artisti sul fatto che, per loro, Facebook potrebbe essere una buona vetrina promozionale. Come l’anno scorso, oltre a pensare allo spettacolo e al divertimento, avremo un occhio anche alla solidarietà e poi, come sempre, mi piace ricordare la collaborazione con Polizia di Stato per parlare di bullismo e di tutte le varie problematiche che riguardano i più giovani.

Cosa significa essere Direttore Artistico di Casa Sanremo?

Controllare che fili tutto liscio sul palco: stabilire chi ci sarà e chi meno, scegliere un artista piuttosto che un altro, tendendo sempre in primo piano le esigenze di Casa Sanremo. Sono un supervisore di quello che accade artisticamente nella Casa, diciamo.

Cosa rappresenta per te Casa Sanremo?

Per me è una soddisfazione di un’idea che avevo, perché vivo Sanremo da 25 anni e, quindi, è un risultato che ho raggiunto, grazie all’aiuto di Vincenzo ovviamente, rispetto a una cosa che al Festival mancava. Ho avuto l’opportunità di fare qualcosa in più, di dare una mano ai giovani, andando in giro col tour, per farsi vedere e conoscere di più. Mi piace particolarmente il fatto che “le nuove proposte” del Festival, esibendosi a Casa Sanremo, possono far vedere agli addetti ai lavori quello che sanno fare realmente, al di là della canzone presentata sul palco dell’Ariston, avendo una possibilità in più di arrivare al successo.

È noto, inoltre, come Casa Sanremo porti fortuna ai giovani che vengono a fare gli show case…

Sì, infatti. Finora tutti quelli che sono venuti hanno vinto oppure si sono piazzati nelle primissime posizioni o, ancora, hanno avuto un grande successo dopo il Festival. Quindi sì, possiamo dire che Casa Sanremo porta bene.

Hai un aneddoto particolare, vissuto in tutti questi anni, che vuoi condividere?

Qualche anno fa, improvvisando una jam session all’interno di Casa Sanremo, abbiamo avuto Carlo Verdone che suonava la batteria, insieme a Federico Zampaglione, e il trombettista Stefano Di Battista. È stato un momento veramente molto molto bello.

Vorrei però cogliere quest’occasione per ricordare Pepi Morgia, che purtroppo non è più tra noi, soprattutto quest’anno che è venuto a mancare David Bowie, con cui lui ha lavorato per tanti anni. Ecco, soprattutto quest’anno volevo rivolgergli il mio pensiero.

Non ci resta che dare il tuo arrivederci speciale a Casa Sanremo, allora.

Buon Sanremo a tutti, speriamo di divertirci e che vinca il migliore.[/su_column] [/su_row]

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