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Marco Valerio Cervellini, da dieci anni alla guida di Casa Sanremo Campus

In servizio presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dove riveste il ruolo istituzionale di Referente delle relazione esterneMarco Valerio Cervellini è il promotore delle campagne di sensibilizzazione sulla navigazione sicura dei minori e degli adulti, sulla rete internet della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Una laurea in Scienze dell’Investigazione, un Master in criminologia, uno in comunicazione efficace ed uno in alta investigazione informatica, per Casa Sanremo è responsabile della parte Campus.

In quest’intervista ci illustra la campagna educativa “Una Vita da Social”, realizzata in collaborazione con Gruppo Eventi, e racconta i preparativi per l’edizione 2016 di Casa Sanremo:

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[su_spoiler title=”L’intervista a Marco Valerio Cervellini” style=”fancy” open=”yes”]

[su_row][su_column size=”1/3″]marco-valerio-cervellini[/su_column] [su_column size=”2/3″]Come nasce il sodalizio tra Polizia di Stato e Casa Sanremo?

La collaborazione con Casa Sanremo si protrae ormai da diversi anni, nell’ambito degli eventi collaterali al Festival di Sanremo, attraverso incontri nelle scuole, con gli studenti, sul rispetto delle regole e, soprattutto, sull’importanza del copyright e del diritto d’autore, per quanto riguarda i brani musicali. Con la nostra attività facciamo comprendere ai ragazzi quanto sia importante acquistare e scaricare da Internet i brani degli artisti in maniera legale, e non i file oggetto di pirateria musicale poiché, in questo modo, si alimenta la criminalità organizzata che fa business anche in questo settore produttivo. Facciamo quindi comprendere ai ragazzi quanto sia importante non alimentare questo fenomeno.

Dal rispetto del copyright alla lotta alle truffe telematiche, durante gli incontri con i ragazzi vengono affrontate tante tematiche: verso quale aspetto i ragazzi si mostrano più sensibili?

In occasione del Festival di Sanremo, noi organizziamo la settimana della sicurezza per tutti gli studenti del comprensorio ligure, in cui affrontiamo temi che vanno dall’adescamento on line al cyberbullismo, a tutti i fenomeni che interessano le nuove generazioni, quindi tutto il mondo della Rete Internet, il mondo dei ragazzi: vogliamo far comprendere loro quanto sia importante questo mondo, facendo sfruttare al meglio le opportunità che la Rete offre, senza correre inutili rischi. Il motto è: sfruttare la Rete e non, al contrario, essere sfruttati da essa. In questi incontri, poi, cerchiamo sempre un approccio tra pari, parliamo con il loro linguaggio e non con un linguaggio poliziesco, da bacchettoni; parliamo la stessa lingua e devo dire che riusciamo a catturare bene l’attenzione dei ragazzi, anche se il primo approccio è sempre un pochino sulla difensiva, perché essi vedono le istituzioni, la Polizia, come un organismo più repressivo che di prevenzione, invece al contrario, immediatamente dopo, si instaura un rapporto di fiducia straordinario e, quindi, i ragazzi ci raccontano le loro emozioni e, soprattutto, tutto ciò che gli succede quando navigano in Rete.

Dopo Casa Sanremo sono venuti i truck in giro per l’Italia…

Con Casa Sanremo e Gruppo Eventi, negli anni in cui siamo stati insieme nei giorni del Festival, abbiamo fatto diverse iniziative tra cui la campagna “Una Vita da Social”, che si svolge sia attraverso un truck multimediale, allestito con un aula didattica, sia attraverso gli appuntamenti all’interno del Palafiori, dove affrontiamo i temi della Rete e più in generale quelli che coinvolgono il mondo dei giovani.

L’innovazione del vostro progetto sta proprio nel fatto che siete scesi tra le persone, nelle varie piazze d’Italia, in queste occasioni, i ragazzi come hanno risposto? C’è stato più entusiasmo rispetto alle lezioni “in aula”?

Assolutamente sì. Devo dire che i ragazzi hanno risposto con tanto entusiasmo, soprattutto attraverso molti messaggi che ci hanno inviato sulla Pagina Facebook di “Una Vita da Social”, la campagna educativa itinerante, ma, soprattutto, grazie a questa iniziativa, coloro che erano vittime di bullismo e cyberbullismocosì come di qualsiasi altra forma di prevaricazione hanno trovato il coraggio di denunciare: abbiamo visto che, successivamente agli incontri avuti con i ragazzi, c’è stato un aumento vertiginoso delle denunce per prevaricazione, per violenze di minori nei confronti di altri minori, quindi significa che è venuta meno la paura di denunciare. I ragazzi hanno trovato il coraggio, la volontà e la forza di raccontare quanto gli stava accadendo e questo è straordinario.

Abbiamo parlato dell’approccio usato con i ragazzi ma ha un consiglio “in pillole” da poter dare ai genitori che, quotidianamente, si trovano a doversi rapportare con i figli che, oggi, sempre più piccoli usano smartphone, tablet e computer?

Certo! I genitori non devono, e non possono, limitarsi a dotare i propri figli di pc, tablet e smartphone di ultimissima generazione ma devono assolutamente affiancarli e aiutarli a esplorare la Rete in modo sicuro e responsabile, facendogli conoscere quelli che sono i rischi, i pericoli, ma soprattutto i modi per proteggersi.

Per esempio?

Innanzitutto va detto che, per quanto riguarda i social network, è vietato iscriversi ai minori di 13 anni, ma noi sconsigliamo vivamente di far aprire un profilo Facebook a un minore che non abbia almeno 14 anni. Il discorso della privacy per i ragazzi, poi, non esiste, perché aprire un profilo sui social network e inserire tutta una serie di informazioni di privacy digitale ai ragazzi poco importa, perché essi sono sui social network perché vogliono essere visti, vogliono stupire, sia in senso positivo che negativo. Poi succede che essi stupiscano più nell’aspetto negativo, perché se fai una buona azione o fai un filmato educativo non lo vede nessuno, se fai, invece, una ragazzata, pubblichi un video diseducativo o di violenza nei confronti di un coetaneo, al contrario diventa virale. Però l’importante è parlare con i ragazzi, è importante parlare con i nostri figli, per fargli capire che quello che pubblichiamo, difficilmente può essere rimosso, quindi poi rischiamo di ritrovarcelo nell’età adulta, quando per esempio andiamo a cercare lavoro.

Può darci qualche anticipazione su cosa state preparando per quest’edizione a Casa Sanremo?

Stiamo lavorando per creare tutta una serie di tavole rotonde, sia per la cittadinanza, per la comunità di Sanremo e dintorni, ma anche per gli artisti e la società civile. Sicuramente faremo delle iniziative sia insieme a Facebook Italiapresente in quei giorni a Casa Sanremo, che è una grande opportunità per coloro che comunque vorranno interfacciarsi fisicamente, non on line, con le “vere menti” di Facebook, quindi con persone in carne ed ossa, e sia con in ragazzi per far in modo, appunto, che la Rete possa diventare sempre più sicura.

Appuntamenti ricchissimi di spunti e interessantissimi… Le chiedo, a questo punto, di dare un arrivederci speciale a chi sarà a Casa Sanremo fisicamente e a chi ci seguirà da casa.

Assolutamente sì, per chi vuole è possibile seguire le nostre iniziative sulle pagine Facebook della campagna educativa “Una Vita da Social”, su Twitter, commissariatodips.it e poliziadistato.it dove si possono vedere tutti i nostri appuntamenti social e non.[/su_column] [/su_row]

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