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Mario Carlo Garrambone: così nascono le scenografie di Casa Sanremo

Scenografo e lighting designer, firma delle ambientazioni di importanti appuntamenti di spettacolo del panorama italianocome le produzioni RAI del Festival di Castrocaro, Mare Latino, Venice Music Awards, passando per il Talent Fest e il Premio Mia Martini,fino all’ultima fatica della finale di Miss Italia 2017, Mario Carlo Garrambone, oltre che esperto conoscitoredell’ambiente in cui opera, è anche un uomo dalle mille risorse. Dal 2012, infatti, è ideatoree regista del Premio Heraclea, che assegna un riconoscimento ai personaggi della Basilicata che si sono distinti entro e oltre i confini della regione in diversi ambiti lavorativi.

In quest’intervista, Garrambone ci racconta il suo percorso professionale e ci svela cosa lo stia ispirando nella realizzazione delle scenografie di Casa Sanremo 2018:

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[su_row][su_column size=”1/3″]mario_garrambone-

[/su_column] [su_column size=”2/3″]–  Chi è Mario Carlo Garrambone?

Uno scenografo professionista, che ama il proprio lavoro e cerca di svolgerlo sempre con serietà e professionalità, nel totale rispetto delle regole e delle persone con cui collaboro.

– Come ti sei avvicinato a questa professione?

Mi sono laureato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, studiando al corso di Gaetano Castelli, noto scenografo Rai. Da lì in poi ho avuto la testardaggine di crederci e la forza per fare ciò che dopo tanti anni di studio volevo fare.

– Da quanto tempo collabori con Gruppo Eventi?

Conosco Vincenzo Russolillo da svariati anni, siamo entrambi lucani. Tra di noi è nato un bel rapporto fatto di stima e rispetto reciproco. La collaborazione professionale con la sua struttura risale al 2015, in occasione deiDavid di Donatello”, per poi continuare in altre produzioni prestigiose da lui realizzate.

– Come nasce la scenografia di un grande evento? Quanto lavoro c’è dietro?

Dopo il primo confronto con il producer, il regista e gli autori si passa all’ideazione. Nel mio caso tutto nasce da un foglio bianco e una matita. Questi sono i primi attrezzi del mestiere, prima del rendering da condividere con il resto del team, e della realizzazione scenografica.

– Cosa dobbiamo aspettarci da te per la prossima edizione di Casa Sanremo? Puoi darci qualche anticipazione?

Ho vissuto in prima persona “Casa Sanremo” per la prima volta lo scorso anno. È un format straordinario che racconta la musica legandola alle grandi bellezze italiane: dai territori all’enogastronomia, al grande valore delle svariate menti e professionalità nazionali. Penso ed immagino un grande loft, un open space multimediale dove raccontare la musica e tutto ciò che vi gira intorno.

– Puoi dirci cosa ti ha o ti sta ispirando?

Immagino un cubo trasparente pieno di contributi multimediali e grafiche oniriche che entrino in simbiosi con la luce.

– Cosa si prova quando vedi realizzato materialmente un lavoro che hai solo immaginato e inizialmente disegnato su carta?

È sempre un’emozione che si rinnova. Quando mi accorgerò di non provare più tale emozione, vorrà dire che dovrò cambiar mestiere.

– Cosa consiglieresti a un giovane che voglia intraprendere il tuo percorso lavorativo?

Probabilmente oggi, rispetto a quando ho iniziato io, è sicuramente più difficile. Non voglio dire che per me sia stato semplice, anzi. Consiglierei comunque di crederci, sempre.

– In una parola, secondo te, come sarà l’11esima edizione di Casa Sanremo?

Semplicemente strepitosa, come le precedenti, e come altri format ideati e prodotti da Vincenzo Russolillo per Gruppo Eventi.

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